Traduciamo e diffondiamo un articolo comparso sul sito basc.news il 17 dicembre 2025
Il 14 gennaio 2026 il processo contro l’antifascista Maja e altri imputati proseguirà presso il tribunale cittadino di Budapest. Nelle udienze del 14, 16, 19 e 22 gennaio il tribunale intende concludere l’assunzione delle prove e pronunciare una sentenza nei confronti di Maja.
La polizia ungherese ha vietato, con un decreto del 14 dicembre 2025, una manifestazione di solidarietà antifascista davanti al tribunale. Parallelamente, diverse persone che – come richiesto in Ungheria – si erano registrate per assistere a una giornata del processo, sono state rifiutate. Secondo tali comunicazioni, non potranno seguire il processo, senza ulteriori motivazioni.
La polizia ungherese sostiene, nel suo scritto, di aver acquisito informazioni secondo cui membri di un’associazione antifascista, classificata in Ungheria come organizzazione terroristica, potrebbero recarsi nel Paese in occasione di questo evento. Una tale manifestazione costituirebbe quindi un inutile rischio per la sicurezza dell’ordine pubblico.
La portavoce Sophie Neumann del Comitato di solidarietà per Maja dichiara a riguardo:
«Lo Stato ungherese cerca in modo del tutto evidente di impedire la protesta antifascista contro la sentenza draconiana attesa. Dopo che recentemente “l’Antifa” è stata classificata come organizzazione terroristica, questo divieto viene ora messo in pratica. Le accuse sono assurde, così come il modo di procedere. Le proteste antifasciste non rappresentano un pericolo per la collettività, sono necessarie per richiamare l’attenzione sul processo politico contro Maja e sul pericolo proveniente dai fascisti – anche e soprattutto in Ungheria.»
Nel suo scritto, la polizia ungherese richiama informazioni provenienti da autorità tedesche riguardo a un viaggio in autobus dalla Repubblica Federale di Germania.
«Al momento non sappiamo di quale servizio segreto o quale organo di polizia si tratti, ma abbiamo il forte sospetto che le autorità tedesche continuino a cooperare strettamente con quelle ungheresi, nonostante tutte le promesse infrante riguardo alle condizioni di detenzione. Questo è assolutamente inaccettabile. Il nostro intento, quello di sostenere Maja con il maggior numero possibile di persone solidali in questo periodo frustrante, non è un crimine! Non ci lasceremo fermare! Abbiamo già presentato ricorso e continueremo anche per via legale a opporci a questa ingiustizia e arbitrarietà», commenta la portavoce Sophie Neumann.
Il Comitato di solidarietà prevede di essere presente in ciascuna delle giornate di processo con una manifestazione davanti al tribunale e con osservatori all’interno dell’aula. Anche in passato ciò è avvenuto e ha portato un’importante attenzione pubblica sul caso, che altrimenti, in quanto processo politico in Ungheria, sarebbe stato seguito prevalentemente dai media di destra.
«La partecipazione alle udienze in Ungheria è già resa estremamente difficile da una registrazione nominativa preventiva. Ora, a quanto pare, si vuole impedire anche questa partecipazione. Ogni espressione diretta di solidarietà e ogni contatto devono essere ostacolati. Contro questo ci opponiamo: legalmente e nelle strade!» annuncia la portavoce.
Già in dodici giornate di processo passate, antifascisti e antifasciste erano presenti a Budapest, hanno partecipato al procedimento e hanno tenuto manifestazioni davanti al tribunale. Il Comitato di solidarietà chiede a tutti i politici tedeschi, in particolare al ministro degli Esteri Johann Wadephul, di impegnarsi per i diritti di Maja e di attivarsi contro la criminalizzazione delle proteste antifasciste in Ungheria!
Comitato di solidarietà per Maja

