Traduzione del comunicato del collettivo tedesco Wir Sin Linx


Una settimana fa, 7 antifascisti si sono consegnati alla polizia dopo essersi nascosti per quasi 2 anni. 2 anni in cui lo Stato ha sfoderato ogni strumento di repressione a sua disposizione per cercarli:

Perquisizioni pubbliche e taglie che ricordano i tempi della RAF, sorveglianza e perquisizioni di interi quartieri, accuse come il tentato omicidio che difficilmente possono essere superate in assurdità – la lista è lunga.

È evidente che c’è una motivazione politica dietro tutto il clamore e lo zelo investigativo quasi ossessivo. La diffamazione dei nostri compagni in carcere e in clandestinità ha lo scopo di scoraggiare e rompere la solidarietà con loro.

Conosciamo la situazione dei diritti umani in Ungheria, le condizioni di detenzione e i perfidi accordi offerti ai prigionieri dopo i tentativi di logorarli in isolamento.

La minaccia di estradizione in Ungheria viene usata per fare pressione sugli accusati e per estorcere “confessioni”.

Arrendersi in queste circostanze non è stato certo facile e, come altri hanno già scritto, “volontario, ma non da un cuore libero”.

Gli antifascisti avevano eluso con successo le varie autorità investigative per quasi due anni. Ricomparire e costituirsi non deve essere stata una decisione facile, soprattutto alla luce della minaccia di una repressione eccessiva.

Proprio per questo motivo le congetture e la condanna di questa decisione presumibilmente ponderata sono inappropriate. Tutti gli accusati meritano invece la nostra solidarietà e il nostro rispetto, sia per aver fatto il passo di costituirsi sia per essere rimasti nascosti per le elezioni.

Abbiamo seguito gli eventi dell’ultima settimana con preoccupazione per i nostri compagni e le nostre compagne. Abbiamo potuto vedere come sono stati sparsi in tutta la Germania, sparsi in diverse prigioni e messi in detenzione preventiva.

E in molti casi a grande distanza da amici e familiari. È evidente che questo è l’ennesimo tentativo delle autorità repressive di isolare e spezzare coloro che sono stati imprigionati e ciò che rappresentano.

Nonostante il timore di ciò che attende gli antifascisti, le massicce espressioni di solidarietà sono state rassicuranti; sono stati accolti con solidarietà ovunque e in quasi tutte le città in cui sono stati portati davanti ai tribunali, ci sono state azioni di solidarietà con loro.

Sapere che il vostro incoraggiamento e i vostri fuochi d’artificio si sono sentiti oltre le mura della prigione e nelle loro celle è particolarmente confortante.

Vogliamo attirare l’attenzione sulla situazione di Zaid, oltre che sulla minaccia di estradizione in Ungheria,
potrebbe seguire la sua deportazione in Siria. Questo deve essere impedito con tutti i mezzi! Il nostro odio contro lo Stato che imprigiona gli antifascisti è altrettanto diretto contro il micidiale regime di frontiera europeo e ogni singola deportazione.

Vogliamo costruire sugli innumerevoli momenti di solitudine e di incoraggiamento e non riposare finché non saranno tutti liberi e di nuovo con noi!
Finché tutte le prigioni non saranno ridotte in macerie!

Free Maja
Free Hanna
Free Nele
Free Luca
Free Paula
Free Clara
Free Zaid
Free Moritz
Free Paul
Free Tobi
Free Gino
Free Gabri
Free Johann

Free all Antifas!
#NoExtradition


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